Tutti d’accordo: l’eros è la più potente forza propulsiva che muove l’uomo, il mondo, la storia. Amore come emozione o sentimento. Ma anche desiderio ed energia. Lo confermano i versi di Dante: “L’amor che move il Sole e l’altre stelle”. Lo conferma un’infinità di detti popolari, stornelli, canzoni riguardo alla potenza di questa grande forza dinamica, con tutte le pulsioni che ne conseguono. Il grande poeta latino Virgilio non aveva dubbi: “L’amore vince tutto” (Amor omnia vincit), ovvero può superare le più dure avversità del destino.
L’amore nelle sue infinite forme: amor sacro, amor profano, gentile o cavalleresco, cristiano o pagano. Ma anche romantico, platonico, fisico. Più che perderci in queste innumerevoli classificazioni, varrà la pena di ricordare che fu Sigmund Freud, padre della moderna psicanalisi, a tentare un primo studio scientifico di questa materia.
E l’approccio scientifico, si sa, potrà forse apparire spoetizzante, ma è l’unico che può aiutarci a capire e padroneggiare i meccanismi più profondi di questa nostra poderosa forza, con tutti i suoi misteri. La psicanalisi freudiana, che è anche una filosofia, parte dal presupposto che la ricerca della soddisfazione e del piacere sia alla base di tutto.
In senso lato, perciò, la “libido” è la forza che agisce non solo sulle pulsioni sessuali vere e proprie, ma in qualunque attività umana anche intellettuale, come arte e scienza. Si tratta di una carica vitale che può agire in diverse direzioni ed esprimersi in mille forme. Ma è sempre e comunque ricerca del piacere, quel piacere che prova già il neonato nella suzione del seno materno. Nel tempo, la sessualità attraverserà poi varie fasi, per evolvere infine nelle forme più equilibrate e mature dell’individuo adulto, che ama e desidera la femmina (e viceversa). Ma anche che inventa, progetta, si realizza.
Ed è qui che si fa decisivo il ruolo della vita inconscia. E’ proprio negli abissi inesplorati del nostro inconscio che si agitano fantasie, immagini, pulsioni, in un caotico e vitale disordine. Gran parte di questi contenuti non si manifestano consapevolmente, ma emergono attraverso i sogni, i lapsus o le libere associazioni dell’immaginazione, cioè attraverso simboli e linguaggi su cui la nostra vita cosciente (razionale, vigile) ha meno controllo.
Anche nella comune conversazione capita spesso di scherzare sui simboli sessuali maschili o femminili che possono popolare il mondo onirico. Ebbene sì: se in un sogno compare qualche protuberanza rigida (come cannoni, pinnacoli o campanili), si tratterà quasi sempre di simboli fallici; se invece avremo a che fare con cavità, gallerie o grotte si tratterà probabilmente di rappresentazioni simboliche della vagina o del grembo femminile.
“Quell’apertura da cui l’uomo esce una volta, per passar la vita a tentar di rientrarvi”, secondo la celebre battuta di Woody Allen. E infatti per lo stesso Freud rientrare e uscire nuovamente dal grembo femminile equivale a una vera rinascita. Come aveva ragione Freud! Questa è la libido, che non coincide necessariamente con l’erezione: sana vitalità, appetito, impulso vitale, cupidigia. Sensualità. Ma attenzione: nella civiltà vigono regole e divieti, per cui essa non può espandersi a piacimento in modo incontrollato, ma esercitarsi nelle direzioni e nelle forme socialmente consentite.
Su questo vigila e agisce la parte più razionale, attenta e moralistica di noi. Il cosiddetto Super-io. Si tratta spesso di un impopolare guastafeste, che peraltro in molti casi ci risparmia guai peggiori. Ma di questo parleremo un’altra volta.
Sigmund
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